domenica 13 agosto 2017

LA SCUOLA E IL LAVORO


                                                       
                  LA   SCUOLA  E  IL  LAVORO 

Il  “ Sistema “ produttivo  del mercato  del  lavoro  globale ,  vuole  creare “  menti  programmate “  per  lavori “ programmati “ , “specializzati “ , quindi  individui  dalle conoscenze  ed  esperienze  “ pilotate “  per  ottenere  risultati  specifici , prodotti  particolari scaturiti dall’industria  robotizzata .
Per una  economia  globale , nella quale siano utili solo soggetti  capaci di  offrire  prestazioni  specialistiche  sempre  più  tecnologicamente  avanzate , soggetti  capaci di  saper  utilizzare apparecchi e  strumenti  di elevata  tecnologia .  In definitiva , un  mondo  del “ lavoro “  e della produzione , costituito di elementi umani  altamente  e rigorosamente  selezionati  , pertanto  numericamente  limitati  e  adeguatamente  retribuiti. 
 Metodi   selettivi   che  necessariamente  lasceranno  escluse  lunghissime code  di persone  in cerca di lavoro , ma con scarsissime , quasi nulle , possibilità  di trovarlo  corrispondenti  alla qualifica conseguita con il proprio titolo di studio , se non in impieghi lavorativi , probabilmente in nero e precari ,  sempre  meno qualificati  e retribuiti ,  e pur  sempre  di  difficile possibilità  di accesso , stante la crescente , progressiva  domanda  di lavoro  da parte  di  milioni di persone  disoccupate , licenziate  o ancora inoccupate.
Ciò  avverrà , purtroppo e inesorabilmente ,   se  l’organizzazione dell’istruzione scolastica , secondo i  progetti  più innovativi  proposti  dalla cosiddetta  politica “progressista “ ( ? )  ,   dovrà  e  vorrà  tendere  a conseguire , peraltro  in tempi più ristretti in soli quattro anni , obbiettivi  coerenti  con le suddette finalità  e  leggi  del mercato  del  lavoro  globale e  quindi , formare  studenti  attraverso  programmi  culturali specifici  e  incanalati  secondo  discipline e materie  di  studio  particolari  , prefissate per  acquisire  una  preparazione  limitata  a  talune   e  specifiche  conoscenze . 

Praticamente ,  ciò  produrrebbe   una  quasi “ ecatombe “  di individui ,  eterni  aspiranti  lavoro , purtroppo  carenti  di  quelle  conoscenze culturali  di base , più ampie e diversificate  , che  una  politica  seria  di  istruzione  scolastica  avrebbe  dovuto  avere offerto   , per consentire  a loro  la  formazione  e uno sviluppo  mentale  più  idoneo  ad affrontare  situazioni di  impiego lavorativo  di  diversa  natura  e  difficoltà , di  approccio  ad  indirizzi molteplici , riguardanti non solo campi tecno scientifici , di fisica , di chimica, elettronica , etc… bensì  anche  di natura classica, letteraria , filosofica , artistica , di storia  e geografia, etc….Come effettivamente  , sino ad ora  e fortunatamente  è stata  la  tradizionale  , nostra  , da noi  già  e non più studenti  ,  considerata  bella e completa  “ Scuola italiana “  . Dopo gli anni della media , il ginnasio e liceo nei cinque anni .  Un bagaglio  culturale invidiato  da molti altri Paesi , che  però , per il futuro professionale dei giovani , dovrebbe  continuare ad   essere  mantenuto  in vita ,  pur  con  i  necessari  completamenti  e  aggiornamenti ,  in  materia  di  conoscenza  delle  lingue , della informatica , delle comunicazioni  telematiche  e di quant’altro  possa  essere utile  secondo  la  evoluzione  dei tempi.

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