La
verità sulla “ Riforma costituzionale “
La Costituzione Italiana , nei suoi principi e valori
contenuti nelle sue norme politiche e sociali ,
è riconosciuta a livelli internazionali , come la rappresentazione giuridica e sociale più elevata
per un Paese e uno Stato realmente democratico.
Il popolo
italiano , a distanza di quasi settanta anni , purtroppo ha dimostrato e
dimostra attualmente di non essere
capace di attuarla in modo
soddisfacente e compiutamente , a causa
di una tendenza del mondo politico –partitico , via via
consolidatasi negli anni , volta
principalmente al perseguimento di interessi individualistici e di
parte , che hanno snaturato e strumentalizzato le funzioni costituzionali del
Parlamento, trascurando colpevolmente quelli riferiti al bene comune ,
agli interessi pubblici , comuni e utili alla collettività e ad una regolare ed
efficiente funzionalità dei servizi erogati dallo Stato e dai suoi Organi Istituzionali.
Dalla costatazione sui risultati apertamente insoddisfacenti ,
registrati nel campo della gestione pubblica sia politica che sociale , da parte del mondo politico , piuttosto
che procedere ad una analisi critica
degli errori e delle manchevolezze , si
è preferito avanzare pretestuosi
motivi di inadeguatezza della
impostazione giuridica e politica della Costituzione stessa rispetto all’evolversi delle nuove esigenze
della società e conseguentemente ricorrere
alla esigenza di una riforma di talune parti ( articoli ) della Carta
Costituzionale . Riforme che di fatto
sono la dimostrazione più evidente della incapacità , ed altresì della malafede , soprattutto politica , di voler azzoppare ,
per opportunismi di potere partitico e per interessi di classe, l’assetto giuridico e funzionale di Organi
istituzionali , deputati a mantenere gli
equilibri voluti dai costituenti a
garanzia di uno Stato democratico.
Nei confronti di tutto ciò , la maggioranza
degli italiani si rivela abbastanza lontana , non direttamente interessata e pertanto non convintamente coinvolta,
rimanendo su posizioni incerte , in certi casi indifferenti , oppure molti orientati
sulla base di notizie alquanto strumentali , volte a giustificare le esigenze
di riforme per un preteso miglioramento
della vita politica e sociale del Paese , ma senza essere in grado , i cittadini , di
entrare nel vero merito delle questioni trattate.
In tutto
questo , emerge da un lato una evidente strumentalizzazione del mondo politico-partitico
, dall’altro lato una carente “ coscienza “ politica e
sociale a livello popolare ;
fattori entrambi , che si completano negativamente e segnano gradi di
involuzione di natura sociale e la
tendenza a indebolire e quasi a rinunciare
al diritto della sovranità del popolo , prevista
dalla Costituzione ( Art. 1 ) , in
favore dei poteri forti , con le
conseguenze negative peraltro prevedibili.
In sintesi ,
il tentativo di realizzare di fatto , pur
restando invariato formalmente l’art. 1 della Costit. , uno Stato da repubblica
parlamentare a presidenziale.
A T T E N Z I O N E !
“L’ufficio
centrale per il referendum presso la Corte Suprema di Cassazione, con ordinanza
dell’8 agosto 2016”, “ha dichiarato conforme all’art. 138 e alla legge 352 del
1970 la richiesta di referendum depositata il 14 luglio 2016, alle ore 18.45,
sul testo di legge costituzionale avente ad oggetto il seguente quesito
referendario:
Questa , qui sopra riportata ,
è l’impostazione ufficiale e definitiva del quesito referendario e che potrebbe indurre l’elettore a votare “
si “ , sulla base di una formulazione del quesito che è stata appositamente costruita al fine
di convincere facilmente l’elettore
stesso della positività delle proposte di riforma .
In merito ai suddetti quesiti , l’elettore dovrà pronunciarsi non attraverso un “si “ o un “ no “
parziale , cioè riferito a ciascuna parte del quesito formulato , bensì con un “ si “ o
con un “ no “
nei confronti dell’intero e
complessivo costrutto della Riforma costituzionale ; cioè , egli dovrebbe non limitarsi a considerare solo
l’impostazione formale degli argomenti particolari indicati , bensì ciascun elettore , per
coscienza , dovrebbe approvare o non approvare la riforma stessa
considerando nel merito anche tutte le altre parti
ed argomenti , ugualmente molto
importanti , che attengono alle norme costituzionali modificate dalla
riforma , ma che non appaiono particolareggiati ed evidenziati come quelli che
sono invece formulati e sottoposti come parti del quesito referendario ( vds. “
riduzione del numero dei parlamentari “, ma che riguarda solo il Senato
, e anche riguardo al “ contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni
“ , che però viene posto in modo generico , indefinito e quindi non
realistico) .
Per questi motivi , prima del voto , sarebbe quanto mai opportuno rivolgere la giusta
attenzione anche a quelle
considerazioni, che autorevoli personalità in campo giuridico e politico hanno espresso, evidenziando quegli aspetti
della Riforma che produrrebbero effetti non positivi e sicuramente di minori garanzie democratiche
riguardo ai rapporti e alle funzioni istituzionali di Camera e Senato , come
anche sotto l’aspetto del reale risparmio economico della Riforma stessa.