LA SOLITUDINE E L’EMPATIA
Guardare solo a se
stessi, curare solo le proprie cose, preoccuparsi solo di ricevere ciò che
piace, dare la colpa ad altri per le cose che vanno male, essere continuamente
insoddisfatti per le cose non ottenute, non realizzate, sono tutti fattori che
progressivamente ci allontanano dagli
altri, aumentano l’insofferenza verso gli altri, e quindi alla fine generano una solitudine, anche
se non di rado essa è voluta e preferita .
Però, la solitudine generalmente e per tutti diventa
assai triste e drammatica quando certe condizioni individuali , fisiche o
psichiche, diventano difficili e tali da
richiedere aiuti ( età avanzata, malattia, etc..) e soprattutto se viene a
mancare l’empatia.
Infatti, è proprio il venire meno dell’empatia,
cioè quella manifestazione psico-emotiva che caratterizza i buoni rapporti e le
relazioni interpersonali, improntati alla solidarietà, alla reciproca
comprensione, al sostegno fisico e morale, ciò che costituisce il vero e reale dramma umano e
sociale del nostro tempo.
Tempi nei quali si
registra sempre più diffuso il fenomeno
dell’individualismo, dell’egocentrismo, ed anche dell’egoismo, secondo cui ogni
cosa è uno strumento da utilizzare per il soddisfacimento dei propri desideri,
dei propri piaceri, dei propri interessi, anche riguardo ai rapporti umani,
emarginando tutto il resto e quindi anche l’empatia, la solitudine e venendo a
mancare una partecipazione popolare ai valori comuni sociali della libertà,
della democrazia, della giustizia, si creano pericolosi spazi vuoti
a favore di regimi autocratici, illiberali, discriminatori nei confronti
dei più deboli, sempre più soli ed emarginati.
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