“ IL LAVORO
“ e la POLITICA
E’ perfettamente inutile e anche demagogico
continuare a sostenere , a parole e nelle interminabili discussioni in tavole
rotonde di riunioni politiche e in tv , che il “ lavoro “ rappresenta
il fattore fondamentale della nostra Repubblica Democratica ( Art. 1 della Costituzione ) e che esso è
indispensabile per la crescita sociale ed economica del Paese , se poi
non viene evidenziato e affrontato seriamente l’aspetto più importante , costituito dalla
esistenza delle condizioni necessarie a
che il lavoro stesso possa realizzarsi effettivamente , efficacemente .
Il “ lavoro “ è come il seme
di una pianta . In esso sono contenute tutte le energie , le
potenzialità delle idee , dei progetti , delle invenzioni concepite dalle intelligenze più brillanti
, ma
come ogni seme , il “lavoro “ ha bisogno di essere interrato in un ambiente
salubre , ricco di sostanze nutritive , che
gli consentano di svilupparsi , di crescere e di trasformarsi in una pianta
rigogliosa e fruttifera. Il “ lavoro “ ha bisogno di
condizioni sociali e politiche sane e giuste , di provvedimenti oculati
, rivolti alla utilizzazione più proficua delle risorse umane e ambientali ,
alla cura a che la pianta sana non venga soffocata da sterpaglie , cioè che
l’opera sana dell’uomo onesto e laborioso
non venga sopraffatta dall’arroganza e dallo sfruttamento di mani
malavitose , da una maldestra politica collusa con interessi speculativi e faziosi ,
che divorino ogni fonte di ricchezza , inaridendo ogni possibilità di
crescita e di sviluppo sociale.
A tal fine ,
è la scelta del contadino onesto e competente
a determinare la condizione indispensabile alla buona riuscita della
semina ; è la scelta della classe politica onesta e competente a determinare
risultati positivi per la vita sociale di una comunità.
Si potrà
dire che il problema del “lavoro “ e
quindi della occupazione presenta in questi
tempi aspetti abbastanza complessi , che richiedono soluzioni non facili
, ma sempre possibili .
Sia per il
fenomeno della globalizzazione dei mercati , sia della crisi generalizzata in
materia economica e finanziaria , sia anche
a causa del fenomeno straordinario ed
epocale della immigrazione . Il mondo industrializzato richiede sempre più la esigenza
di personale specializzato e di più elevata professionalità e sempre meno di quello addetto a lavori
manuali , di operai , che vengono sostituiti da macchine e da robot.
Il settore del
terziario rappresenta il campo
nel quale poter trovare forme e posti occupazionali , sia in settori
commerciali di elevate dimensioni (
ipermercati ) , sia in campo telematico e di servizi ( call center ) . Ma anche
in tali settori emergono problemi sotto
il profilo occupazionale e retributivo, in quanto che la domanda di lavoro
supera di gran lunga l’offerta e inoltre , prevale la tendenza ad utilizzare
risorse umane , sia di residenti sia di immigrati , sfruttandone i bisogni e quindi
sottopagandole o pagandole in nero
, nonché a delocalizzare le imprese in
paesi più favorevoli dal punto di vista fiscale e dove più basso è il costo del
lavoro.
Nonostante
che tali situazioni di complessità inducano ad una pessimistica visione del
presente e del futuro riguardo a prospettive di sviluppo e miglioramento delle
condizioni socio-economiche della
popolazione e in particolare dei giovani, vi è ancora
spazio per porvi rimedio e vi sono possibilità , se volute , di rivedere le
regole sui rapporti di lavoro, che contemplino le esigenze di un mondo
produttivo di beni e servizi nuovi , più moderni , con le esigenze di
salvaguardia di diritti fondamentali a tutela di chi lavora , di chi presta la
propria opera come dipendente , non solo dal punto di vista retributivo , bensì
anche riguardo alle norme contrattuali della continuità del rapporto
lavorativo stesso .
Infatti , permangono comunque fattori obiettivi di
positività occupazionale in settori
professionali moderni , tecnologici , informatici , con applicazioni
in materia commerciale , in materia agro-alimentare , nel campo delle
comunicazioni , nel settore aero-spaziale e satellitare , dell’abbigliamento ,
della moda , trasporti e turismo , nel recupero di opere d’arte , di monumenti
architettonici storici , etc….
Tutto un
mondo lavorativo e di produttività che si apre a chi è più preparato , a chi
possiede più attitudini in campo professionale , ed è per questo che si rivela
assai importante la “ politica “ , della classe dirigenziale di un Paese
, la capacità di programmazione , di formazione professionale per i giovani ,
di organizzazione strutturale e funzionale degli apparati amministrativi e
burocratici , la gestione corretta e legale delle risorse umane e ambientali ,
la capacità di affrontare le problematiche sociali seguendo criteri di
economicità , di giustizia e di equità , di sostegno verso i ceti meno abbienti
, al fine di evitare di determinare condizioni drammatiche di sperequazione ,
sia dal punto di vista economico e finanziario , sia sotto l’aspetto della
emarginazione sociale . Nonché evitare che si determinino situazioni ambientali
di degrado e di trascuratezza nelle manutenzioni e nei
controlli sull’ambiente e sulle strutture , con particolare riguardo agli
interventi diretti ed appalti su opere
pubbliche ( strade , ponti , fiumi , torrenti , strutture scolastiche ,
ospedaliere , porti , vie e mezzi di
collegamento ferroviario , marittimo , aereo ) ; tutti interventi che
andrebbero promossi dal Governo e dalle Istituzioni pubbliche ; investimenti che favorirebbero e potrebbero soddisfare
una ampia richiesta di occupazione e lavoro da parte di persone e di imprese ,
grandi e piccole e medie e che avrebbero inevitabilmente un ritorno di produttività di
ricchezza economica e sociale , di funzionalità , di sviluppo e di
benessere per la vita della comunità.
Tutto il
resto , sono soltanto chiacchere e
“prese in giro “ !
Fortunatamente , negli ultimi tempi sono sorte iniziative meritorie nel
nostro territorio nazionale da parte di privati cittadini e di piccole imprese
, attraverso la creazione di “ start up “ , per
lo più composte da giovani imprenditori , i quali hanno rivolto le loro idee
progettuali verso attività di ricerca , di ammodernamento e di sfruttamento
delle risorse naturali , delle energie alternative , come anche di riciclaggio
di materiale plastico , metallico , ferroso , recuperato attraverso la raccolta
differenziata dei rifiuti, per la
trasformazione del materiale in nuovi e diversi oggetti utili ; al recupero di
prodotti naturali , come la lana delle pecore , per la manifattura di capi di
abbigliamento ..etc…. In pratica , iniziative rivolte a dare sviluppo ad una “economia circolare “, potenzialmente capace di
offrire molteplici ed interessanti occasioni ed opportunità di lavoro , anche
per centinaia di migliaia di persone nei prossimi anni .
I V O U
C H E R
I risultati conseguiti dalla
istituzione dei Voucher sul
problema del lavoro non sono
stati affatto soddisfacenti .
I voucher da 10 euro
destinati sulla carta a remunerare le prestazioni di lavoro occasionale non fanno emergere
il sommerso , ma servono piuttosto
a inquadrare una forma di lavoro precario e a basso costo, costringendo chi
viene pagato in questo modo in un circuito da cui è difficile uscire .
A conti
fatti, per i ricercatori dell’Inps, l’introduzione dei voucher non ha portato
grandi svolte nel mondo del lavoro. Ha sostanzialmente solo sostituito altri
contratti di lavoro parasubordinato
già esistenti offrendo soluzioni più flessibili e meno costose per le
aziende. E soprattutto ha creato nuove sacche di precariato
sfruttate dalle piccole aziende per abbattere il costo del lavoro con un
sistema di pagamento che ha anche un basso costo
burocratico-amministrativo. Con il “rischio continuo di
trasformare una domanda episodica di
prestazioni accessorie (aggiuntive) in una domanda di lavoro continuativamente accessorio”.
Riguardo a
chi riceve i voucher, non si tratta di
persone che hanno già un impiego fisso e
che tentano di arrotondare , ma piuttosto di lavoratori precari che non
riescono a sbarcare il lunario.
In ordine ai
rilievi avanzati sulla efficacia dei Voucher , il Consiglio dei ministri
ha dato il via libera al decreto correttivo del Jobs act che introduce
novità volte a garantire la tracciabilità dei cosiddetti buoni lavoro del
valore nominale di 10 euro utilizzati in diversi settori, dal turismo
all’agricoltura, per il pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio.
Ma il testo approvato non apporta quelle modifiche che primi fra
tutti i sindacati chiedono da tempo. In più occasioni, infatti, i
rappresentanti dei lavoratori hanno sottolineato la necessità di “escludere
interi settori dall’utilizzo dei buoni per non alimentare il lavoro nero” e di
imporre un tetto massimo di ore al loro impiego in azienda, perché “le
prestazioni pagate con i voucher siano effettivamente residuali”.
Il nuovo testo ,che ne disciplina l’utilizzo , fissa
invece l’obbligo per l’azienda di comunicare all’Ispettorato del lavoro,
mediante sms o posta elettronica, i dati anagrafici o il codice fiscale del
lavoratore, il luogo e la durata della prestazione di lavoro accessorio, almeno
60 minuti prima dell’inizio della prestazione stessa.
Per quanto
riguarda, invece, il settore dell’agricoltura, in questo ambito i
committenti sono tenuti a comunicare, nello stesso termine e con le stesse
modalità, i dati anagrafici o il codice fiscale del lavoratore, il luogo e la
durata della prestazione di lavoro accessorio con riferimento ad un arco
temporale non superiore a 3 giorni. E non più, quindi, a 7 giorni come previsto
nello schema a maglie larghe del decreto correttivo approvato in via
preliminare a giugno scorso.
E sempre per
il settore dell’agricoltura, l’utilizzo del lavoro accessorio rimane soggetto
al limite generale dei 7mila euro per lavoratore. In caso di violazione
degli obblighi di comunicazione sarà applicata la stessa sanzione prevista per
il lavoro intermittente, ossia la sanzione amministrativa che va da 400
a 2.400 euro in relazione a ciascun lavoratore per cui è stata omessa la
comunicazione.
“Le integrazioni apportate – si legge in una
nota del Consiglio dei ministri – sono volte a garantire la piena
tracciabilità dei voucher”.I sindacati ritengono ciò un passo in avanti, ma
che non può bastare però a fermare la deriva”. Perché se la legislazione sul
lavoro del governo Berlusconi ha esteso i voucher a tutti i settori e la
legge Fornero ha cancellato il riferimento all’attività occasionale, il Jobs act ha aggravato la situazione,
alzando il tetto retributivo da 5mila a 7mila euro l’anno. Il risultato
di questi interventi ha determinato che , secondo le cifre fornite da Inps
,i voucher sono diventati l’unica fonte di reddito per il 37% dei lavoratori
che li ricevono. Che sono passati dai 24mila del 2008 agli 1,4 milioni del
2015, anno un cui è stato registrato un incremento nel loro utilizzo del 66%
rispetto al 2014, per un totale dichiarato di 115 milioni di ore.
Il ministro del Lavoro e delle Politiche
Sociali, Giuliano Poletti ha già annunciato che alle modifiche
legislative si aggiungeranno anche controlli specifici sul territorio.
Ma i sindacati hanno molte perplessità riguardo alla possibilità che questo
intervento, pur necessario, potrà bastare da solo a impedire i comportamenti
illegali da parte delle aziende che, ad esempio, acquistano il voucher per
poi utilizzarlo solo in caso di un controllo ispettivo..
A questo
punto sarebbero necessari interventi ad hoc “per ricondurre
l’utilizzabilità dei buoni alle attività effettivamente stagionali per fare
realmente pulizia nel mercato del lavoro”.Tra i settori in cui “i voucher
dovrebbero essere eliminati” al primo posto c’è “l’edilizia, dove sono
state registrate le maggiori
speculazioni”. Bisognerebbe ricondurre
l’istituto del voucher alla sua origine”, perché la sola introduzione delle
novità sulla tracciabilità non potrà
evitare di lascare comunque “milioni di lavoratori in un’area grigia senza
diritti, fatta di precariato e povertà”.
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