venerdì 16 dicembre 2016

IL LAVORO E LA POLITICA




                                 “ IL  LAVORO    e la   POLITICA


E’  perfettamente inutile e anche demagogico continuare a sostenere , a parole e nelle interminabili discussioni in tavole rotonde di riunioni politiche e in tv , che il      “ lavoro “  rappresenta il fattore fondamentale della nostra Repubblica Democratica  ( Art. 1 della Costituzione ) e che esso è indispensabile per la crescita sociale ed economica del Paese ,  se  poi non  viene evidenziato  e affrontato seriamente  l’aspetto più importante , costituito dalla esistenza  delle condizioni necessarie a che il lavoro stesso possa realizzarsi  effettivamente , efficacemente .
 Il “ lavoro “  è come il  seme  di una pianta . In esso sono contenute tutte le energie , le potenzialità delle idee , dei progetti , delle invenzioni  concepite dalle intelligenze più brillanti ,  ma  come ogni seme , il “lavoro “ ha bisogno di essere interrato in un ambiente salubre , ricco di sostanze nutritive ,  che gli consentano di svilupparsi , di crescere e di trasformarsi in una pianta rigogliosa e fruttifera. Il “ lavoro “ ha bisogno di condizioni sociali e politiche sane e giuste , di provvedimenti oculati , rivolti alla utilizzazione più proficua delle risorse umane e ambientali , alla cura a che la pianta sana non venga soffocata da sterpaglie , cioè che l’opera sana dell’uomo onesto e laborioso  non venga sopraffatta dall’arroganza e dallo sfruttamento di mani malavitose , da una maldestra politica collusa con interessi speculativi  e faziosi ,  che divorino ogni fonte di ricchezza , inaridendo ogni possibilità di crescita e di sviluppo sociale.
A tal fine , è la scelta del contadino onesto e competente  a determinare la condizione indispensabile alla buona riuscita della semina ; è la scelta della classe politica onesta e competente a determinare risultati positivi per la vita sociale di una comunità.
Si potrà dire che il problema del “lavoro “   e quindi della occupazione presenta in questi  tempi aspetti abbastanza complessi , che richiedono soluzioni non facili , ma sempre possibili .
Sia per il fenomeno della globalizzazione dei mercati , sia della crisi generalizzata in materia economica e finanziaria , sia anche  a causa del fenomeno straordinario ed  epocale della immigrazione .   Il mondo industrializzato richiede sempre più la esigenza di personale specializzato e di più elevata professionalità  e sempre meno di quello addetto a lavori manuali , di operai , che vengono sostituiti da macchine e da robot.
Il  settore del terziario  rappresenta il campo nel quale poter trovare forme e posti occupazionali , sia in settori commerciali  di elevate dimensioni ( ipermercati ) , sia in campo telematico e di servizi ( call center ) . Ma anche in tali settori emergono problemi  sotto il profilo occupazionale e retributivo, in quanto che la domanda di lavoro supera di gran lunga l’offerta e inoltre , prevale la tendenza ad utilizzare risorse umane , sia di residenti sia di immigrati ,  sfruttandone i bisogni e quindi sottopagandole  o pagandole in nero ,  nonché a delocalizzare le imprese in paesi più favorevoli dal punto di vista fiscale e dove più basso è il costo del lavoro.
Nonostante che tali situazioni di complessità inducano ad una pessimistica visione del presente e del futuro riguardo a prospettive di sviluppo e miglioramento delle condizioni socio-economiche  della popolazione e in particolare dei giovani, vi è ancora spazio per porvi rimedio e vi sono possibilità , se volute , di rivedere le regole sui rapporti di lavoro, che contemplino le esigenze di un mondo produttivo di beni e servizi nuovi , più moderni , con le esigenze di salvaguardia di diritti fondamentali a tutela di chi lavora , di chi presta la propria opera come dipendente , non solo dal punto di vista retributivo , bensì anche riguardo alle norme contrattuali della continuità del  rapporto lavorativo stesso .
Infatti ,  permangono comunque fattori obiettivi di positività occupazionale  in settori professionali moderni ,  tecnologici , informatici , con applicazioni in materia commerciale , in materia agro-alimentare , nel campo delle comunicazioni , nel settore aero-spaziale e satellitare , dell’abbigliamento , della moda , trasporti e turismo , nel recupero di opere d’arte , di monumenti architettonici storici , etc….
Tutto un mondo lavorativo e di produttività che si apre a chi è più preparato , a chi possiede più attitudini in campo professionale , ed è per questo che si rivela assai importante la “ politica “  , della classe dirigenziale di un Paese , la capacità di programmazione , di formazione professionale per i giovani , di organizzazione strutturale e funzionale degli apparati amministrativi e burocratici , la gestione corretta e legale delle risorse umane e ambientali , la capacità di affrontare le problematiche sociali seguendo criteri di economicità , di giustizia e di equità , di sostegno verso i ceti meno abbienti , al fine di evitare di determinare condizioni drammatiche di sperequazione , sia dal punto di vista economico e finanziario , sia sotto l’aspetto della emarginazione sociale . Nonché evitare che si determinino situazioni ambientali di degrado e di trascuratezza nelle manutenzioni e nei controlli sull’ambiente e sulle strutture , con particolare riguardo agli interventi diretti ed appalti su  opere pubbliche ( strade , ponti , fiumi , torrenti , strutture scolastiche , ospedaliere , porti , vie e mezzi  di collegamento ferroviario , marittimo , aereo ) ; tutti interventi che andrebbero promossi dal Governo e dalle Istituzioni pubbliche ; investimenti che favorirebbero e potrebbero soddisfare una ampia richiesta di occupazione e lavoro da parte di persone e di imprese , grandi e piccole e medie  e che avrebbero inevitabilmente un ritorno di produttività di ricchezza economica e sociale , di funzionalità , di sviluppo e di benessere per la vita della comunità.
Tutto  il  resto , sono soltanto chiacchere e  “prese in giro “ 


Fortunatamente , negli ultimi tempi sono sorte iniziative meritorie nel nostro territorio nazionale da parte di privati cittadini e di piccole imprese , attraverso la creazione di “ start up “ , per lo più composte da giovani imprenditori , i quali hanno rivolto le loro idee progettuali verso attività di ricerca , di ammodernamento e di sfruttamento delle risorse naturali , delle energie alternative , come anche di riciclaggio di materiale plastico , metallico , ferroso , recuperato attraverso la raccolta differenziata dei rifiuti,  per la trasformazione del materiale in nuovi e diversi oggetti utili ; al recupero di prodotti naturali , come la lana delle pecore , per la manifattura di capi di abbigliamento ..etc…. In pratica , iniziative rivolte a dare sviluppo ad una “economia circolare “, potenzialmente capace di offrire molteplici ed interessanti occasioni ed opportunità di lavoro , anche per centinaia di migliaia di persone nei prossimi anni .  




                                         I      V O U C H E R
I risultati conseguiti dalla istituzione dei  Voucher  sul  problema del lavoro  non sono stati affatto soddisfacenti .
voucher da 10 euro destinati sulla carta a remunerare le prestazioni di lavoro occasionale non fanno emergere il sommerso , ma servono piuttosto a inquadrare una forma di lavoro precario e a basso costo, costringendo chi viene pagato in questo modo in un circuito  da cui è difficile uscire .
A conti fatti, per i ricercatori dell’Inps, l’introduzione dei voucher non ha portato grandi svolte nel mondo del lavoro. Ha sostanzialmente solo sostituito altri contratti di lavoro parasubordinato già esistenti offrendo soluzioni più flessibili e meno costose per le aziende. E soprattutto ha creato nuove sacche di precariato sfruttate dalle piccole aziende per abbattere il costo del lavoro con un sistema di pagamento che ha anche un basso costo burocratico-amministrativo. Con il “rischio continuo di trasformare una domanda episodica di prestazioni accessorie (aggiuntive) in una domanda di lavoro continuativamente accessorio”.
Riguardo a chi  riceve i voucher, non si tratta di persone che hanno già un impiego fisso  e che tentano di arrotondare , ma piuttosto di lavoratori precari che non riescono a sbarcare il lunario.
In ordine ai rilievi avanzati sulla efficacia dei Voucher , il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto correttivo del Jobs act che introduce novità volte a garantire la tracciabilità dei cosiddetti buoni lavoro del valore nominale di 10 euro utilizzati in diversi settori, dal turismo all’agricoltura, per il pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio.
 Ma il testo approvato  non apporta quelle modifiche che primi fra tutti i sindacati chiedono da tempo. In più occasioni, infatti, i rappresentanti dei lavoratori hanno sottolineato la necessità di “escludere interi settori dall’utilizzo dei buoni per non alimentare il lavoro nero” e di imporre un tetto massimo di ore al loro impiego in azienda, perché “le prestazioni pagate con i voucher siano effettivamente residuali”.
 Il nuovo testo ,che ne disciplina l’utilizzo , fissa invece l’obbligo per l’azienda di comunicare all’Ispettorato del lavoro, mediante sms o posta elettronica, i dati anagrafici o il codice fiscale del lavoratore, il luogo e la durata della prestazione di lavoro accessorio, almeno 60 minuti prima dell’inizio della prestazione stessa.
Per quanto riguarda, invece, il settore dell’agricoltura, in questo ambito i committenti sono tenuti a comunicare, nello stesso termine e con le stesse modalità, i dati anagrafici o il codice fiscale del lavoratore, il luogo e la durata della prestazione di lavoro accessorio con riferimento ad un arco temporale non superiore a 3 giorni. E non più, quindi, a 7 giorni come previsto nello schema a maglie larghe del decreto correttivo approvato in via preliminare a giugno scorso.
E sempre per il settore dell’agricoltura, l’utilizzo del lavoro accessorio rimane soggetto al limite generale dei 7mila euro per lavoratore. In caso di violazione degli obblighi di comunicazione sarà applicata la stessa sanzione prevista per il lavoro intermittente, ossia la sanzione amministrativa che va da 400 a 2.400 euro in relazione a ciascun lavoratore per cui è stata omessa la comunicazione.
 “Le integrazioni apportate – si legge in una nota del Consiglio dei ministri – sono volte a garantire la piena tracciabilità dei voucher”.I sindacati ritengono ciò un passo in avanti, ma che non può bastare però a fermare la deriva”. Perché se la legislazione sul lavoro del governo Berlusconi ha esteso i voucher a tutti i settori e la legge Fornero ha cancellato il riferimento all’attività occasionale, il Jobs act ha aggravato la situazione, alzando il tetto retributivo da 5mila a 7mila euro l’anno. Il risultato di questi interventi ha determinato che , secondo le cifre fornite da Inps ,i voucher sono diventati l’unica fonte di reddito per il 37% dei lavoratori che li ricevono. Che sono passati dai 24mila del 2008 agli 1,4 milioni del 2015, anno un cui è stato registrato un incremento nel loro utilizzo del 66% rispetto al 2014, per un totale dichiarato di 115 milioni di ore.
 Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti ha già annunciato che alle modifiche legislative si aggiungeranno anche controlli specifici sul territorio. Ma i sindacati hanno molte perplessità riguardo alla possibilità che questo intervento, pur necessario, potrà bastare da solo a impedire i comportamenti illegali da parte delle aziende che, ad esempio, acquistano il voucher per poi utilizzarlo solo in caso di un controllo ispettivo..
A questo punto sarebbero necessari interventi ad hoc “per ricondurre l’utilizzabilità dei buoni alle attività effettivamente stagionali per fare realmente pulizia nel mercato del lavoro”.Tra i settori in cui “i voucher dovrebbero essere eliminati” al primo posto c’è “l’edilizia, dove sono state  registrate le maggiori speculazioni”.  Bisognerebbe ricondurre l’istituto del voucher alla sua origine”, perché la sola introduzione delle novità sulla tracciabilità  non potrà evitare di lascare comunque “milioni di lavoratori in un’area grigia senza diritti, fatta di precariato e povertà”.


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