lunedì 24 luglio 2017

L' AFRICA

                                                       L ‘ AFRICA

L’emigrazione forzata , un dramma  epocale  che è divenuto  un tragico epilogo per milioni di esseri umani , davanti  alla spregiudicatezza  del  potere e agli interessi  egoistici  di un mondo  indifferente .  


PER  LAMENTARSI  CI  VUOLE  CONSAPEVOLEZZA...
Cos'e' un IMMIGRATO, e in quale attimo di comodita' lo si puo' definire tale?
GLI AFRICANI vennero schiavizzati e Portati in America 400 anni fa'...
Questo e' quello che l'uomo bianco ha fatto all'AFRICA E agli AFRICANI:
Chiamati NEGRI,NERI,UOMINI DI COLORE,BESTIE DA LAVORO ecc.
SCHIAVIZZATI per secoli,DEPORTATI, PESTATI A SANGUE, STUPRATI, UCCISI, COLONIZZATI (guerra) da Spagna,Italia,Francia,Regno Unito,Germania,Portogallo e Belgio, RINNEGATI in casa loro (APharteid), deturpati delle lore terre, con grande e grave sfruttamento delle loro risorse, per il lusso e l'uso nelle costruzioni dell''evoluzione'' dell'uomo bianco nel mondo, mentre l'Africa continua ancora oggi a chiamarsi 3 mondo, con un alto tasso di poverta', mancante ancora oggi di vita serena, nonostante sia una delle terre piu' grandi del pianeta, con un'area tre volte quella dell’Europa, ma con il PIL che è la meta’ di quello della SpagnA! L’Africa rappresenta uno dei più grandi giacimenti di risorse naturali del mondo, Nigeria, Angola, Algeria e Libia producono una buona parte di tutto il petrolio greggio del mondo (usato per carburante plastica ecc). Il Congo, la Sierra Leone hanno le maggiori risorse di tutto il mondo d’ORO e di DIAMANTI, (indossati sul corpo della maggior parte delle persone)! Estraggono, cromo, coltano, bauxite, manganese. In Namibia c’è l’uranio; In tanti paesi africani si esporta buona parte di tutto il legname che noi utilizziamo, stesso discorso per il cacao, il caffè, e molti altri prodotti dell’agricoltura. Hanno vissuto violenze infinite, guerre, il dramma dei bambini soldato,le emergenze sanitarie, la violenza sulle donne nelle zone di conflitto, la mancanza di acqua, il problema del fondamentalismo religioso. Ancora oggi vengono costretti ad andare via dai loro paesi a causa di interessi economici, con la promessa di trovare una vita migliore, mentre in verita' continuano a essere solo sfruttati. INVASI SUL LORO CONTINENTE, per privarli della loro vita, affinche' migliorasse quella dell'uomo bianco! ..E CE NE SAREBBE ANCORA TANTO DA DIRE!!............PRIMA DI LAMENTARCI DEL FATTO CHE VENGANO A STARE ''BENE'' IN ITALIA O A CREARE CONFUSIONE, a mangiare il nostro pane, PRIMA di TRATTARLI CON ODIO a prescindere, invece di capirli e capire IL PERCHE' succede questo...... RICORDIAMOCI COSA HA VISSUTO E VIVE L'AFRICA E IL SUO POPOLO PER COLPA ''NOSTRA E DEI NOSTRI AVI'', RICORDIAMOCI che viviamo in un paese pieno di INTERESSI ECONOMICI malavitosi, che ci rendono egoisti E ILLUSI NEL PENSAR che il problema siano gli Africani, MENTRE IL PROBLEMA E' A MONTE, perche' chi ci governa, ricordiamoci, chi governa questo mondo, LO FA NEL MODO PIU' SBAGLIATO CHE CI SIA!!..e noi ce la prendiamo sempre con chi in realta' non ne puo' nulla, ed e' invece solo l'ennesima vittima di un sistema economico malavitoso, di cui tutti facciamo parte e contribuiamo ogni giorno inconsapevolmente a renderlo tale!
                      ___________________________________



    FLUSSI   MIGRATORI  E  DESERTIFICAZIONE  DELLE  RISORSE  UMANE

Quella in cui noi stiamo vivendo oggi è una vera e propria catastrofe antropologica.  Una violenza inaudita e un’offesa alla dignità di tutto il genere umano . Un dramma che è divenuto una tragedia per milioni e milioni  di esseri  umani , costretti a scappare dalla propria terra , non a causa di catastrofici eventi naturali , ma per una criminale volontà di taluni  gruppi di individui , che perseguono incessantemente manie di potere , interessi lucrativi su possedimenti minerari , su risorse energetiche , esistenti in quelle disgraziate terre ,  in un perenne conflitto , soprattutto violento e  cruento ,  tra le parti interessate , che provocano spargimenti di sangue , massacri e violenze incredibili  su esseri umani innocenti , e conseguentemente fughe disperate , spesso nefande , verso  altri  lidi  da loro ritenuti unica possibilità di salvezza.
Verso questo fenomeno , una parte dell’umanità , cosiddetta civile , si commuove e cerca in qualche modo di dar loro accoglienza e assistenza . Un’altra parte , a fronte di un crescente e allarmante flusso migratorio , inizia a porre dei limiti per l’accoglimento , preoccupandosi piuttosto delle conseguenze negative in merito agli equilibri socio economici nell’ambito delle comunità nel proprio Paese.
Gli  effetti disastrosi di questi progetti criminali  si manifestano drammaticamente attraverso una crescente desertificazione di risorse umane in enormi aree della terra , in Paesi estesissimi nei quali testimonianze di tradizioni millenarie , di culture e religioni , di monumenti architettonici , di usi e costumi di vita sociale , vengono miseramente distrutte , cancellate da una barbarie crudele e assurda.
Al disopra di  tutto questo immane disastro umano e sociale , “ galleggia “  la  scandalosa ipocrisia e falsità  di quanti , avendo  in mano sufficienti  poteri politici e istituzionali di governo , assumono  posizioni ambigue nei confronti di quei gruppi di potentati , finanziari , politici e militari , i cui progetti espansionistici e di possesso di ricchezze sono ormai palesemente conosciuti dal mondo intero  e  che  ridurranno  quegli  enormi , sconfinati territori in una condizione di ulteriore e più grave povertà e di schiavitù  in danno di quelle residue  native presenze  umane , che saranno costrette a subire sino alla fine dei loro giorni , le violenze e i soprusi dei dittatori di turno , sostenuti dai potenti della terra.
Dovremmo tutti  vergognarci di parlare ancora di  spirito umanitario , di solidarietà , di pacifismo , di sentimenti religiosi , perché  è fin  troppo facile parlarne in convegni  e in salotti , senza però andare oltre, non accusando  i  nostri politici  di opportunismo  e convenienza , quando essi dalle loro posizioni e cariche pubbliche non condannano apertamente e pubblicamente gli uomini di Stato e di governo , che di queste tragedie sono responsabili.

VERGOGNA  !! 


L’umanità intera dovrebbe pretendere dagli Organismi  O N U  decisioni  e interventi  risolutivi nei confronti di tali tragedie umane , facendo sì che queste disgraziate popolazioni possano continuare a vivere nel loro ambiente naturale , dove poter essere  aiutate finanziariamente , economicamente , e anche sotto l’aspetto sanitario , strutturale e tecnologico dai Paesi  ricchi e  industrializzati , in modo e in misura tale che siano loro garantite fondamentali condizioni di vita e di sussistenza e che possano liberamente  mantenere vive le loro rispettive tradizioni e i loro usi e costumi tribali , piuttosto che  vagare  nel  mondo , elemosinando o sottoponendosi  a  soprusi malavitosi , a violenze criminali , a rifiuti e umiliazioni , in contesti sociali in cui soltanto  in  pochissimi  fra loro riusciranno ad integrarsi realmente , ma tutti gli altri , la maggioranza , si ritroveranno a vivere in situazioni di emarginazione , generando e alimentando insofferenze , disagi e quindi anche sentimenti di reciproco odio di razza  e di religione .

Non ha alcun senso logico e sotto un certo aspetto anche cinico e maldestro, il voler  pretendere da  queste popolazioni di essere persino contente e fortunate di abbandonare , con la forza e la violenza ,  i loro usi e costumi , le proprie tradizioni , la natura del proprio territorio dove sono nate e cresciute  loro stesse e i progenitori , e di essere a noi grate , illudendole di poter entrare facilmente in processi di effettiva  integrazione  nelle comunità del cosiddetto nostro mondo civile , laddove proprio in questi nostri contesti sociali si manifestano nuovi e preoccupanti problemi cagionati dalla vita  moderna , sempre più evidenti e generalizzati  i segni di insofferenze sociali , di nevrosi , di sintomi depressive , di crisi nei rapporti  sociali e familiari , di sintomi di psico-dipendenze da mezzi   tecnologici e da droghe ; tutte patologie sociali determinate dal cosiddetto “ progresso tecnologico”  e soprattutto dalla  voglia di possedere sempre più e più facilmente denaro per soddisfare i propri desideri , anche i più superflui , sorti e alimentati da sistemi finanziari speculativi.

Tutti parlano , anzi straparlano sui migranti . Chi non li vuole , chi li vuole adesso , chi li vuole dopo , chi di loro non gliene importa un fico secco . Ma questi migranti sono esseri umani , oppure sono robot ? Perchè , quando si parla di loro , si dice che essi in fondo sono utili , certamente soltanto per tutti quei lavori che noi italiani , noi occidentali , non intendiamo fare più ? Cioè , sono essi ritenuti una felice forza lavoro , per incrementare il nostro PIL ? . NESSUNO , dico NESSUNO , nè laici nè religiosi , si domandano se questi " migranti " siano anche esseri umani che avrebbero preferito restare nella loro terra , possibilmente non devastata dalle bombe , e vivere in essa possibilmente in condizioni naturali , NON DI SCHIAVITU' e non di violenza , come invece è esercitata da molti anni , forse da secoli , e chissà per quanti anni ancora , da dittatori ben preparati e assoldati da potenze straniere ? Le risposte sono contenute tutte in una grande botte , piena di ipocrisie , di falsità , di malvagità , di crudeltà , di falso pietismo , etc....., che probabilmente un giorno non lontano si spaccherà , inondando di liquido fetido .le nostre coscienze ....!!
Una cosa è il fenomeno naturale di “emigrazione “ , dovuta  a  necessità  di  spostamenti  umani  e quindi di trasmigrazioni  in altri  Paesi a causa di contingenti  situazioni  di difficoltà  di vita  ambientali ,  naturali  ,  ben altra cosa  è quando gli spostamenti si tramutano in fughe disperate a causa  della  violenza  esercitata  da altri esseri umani e che costringe  intere popolazioni ad abbandonare il suolo natio , e soprattutto quando ciò avviene sotto gli occhi di una umanità intera che non usa i suoi veri poteri ( forse per viltà ,o per opportunismo ) per fermare i violenti . In tutti i casi , comunque , va  esercitata  la doverosa accoglienza  e assistenza , senza riserve , da parte di tutto il resto del genere umano.
Alzare  muri , opporre  divieti  e rifiuti  nei confronti di emigranti , gente disperata , da parte  di  Stati  e  Paesi  europei  , che  sono fra loro legati  da  obblighi  comunitari , significa  sconfessare pubblicamente  e  violare  le  basi  stesse  che  hanno  determinato  l’unione degli  Stati membri  e  pertanto rappresenta  di per se stesso  il fallimento  degli accordi comunitari  e il dissolvimento nei fatti  della unione fra gli Stati  medesimi .

Padre Zanotelli: “Rompiamo il silenzio sull’Africa”
Accorato appello del comboniano ai media italiani perché la gente conosca la situazione del Continente dal quale fuggono in massa i migranti
Il missionario comboniano padre Alex Zanotelli

Pubblicato il 20/07/2017
Ultima modifica il 20/07/2017 alle ore 12:04
MARIA TERESA PONTARA PEDERIVA
TRENTO
Con la tradizionale schiettezza che l’ha sempre contraddistinto fin da quando, direttore di “Nigrizia”, denunciava il commercio delle armi e le troppe omissioni della politica nei confronti del mondo impoverito, padre Alex Zanotelli rivolge ora una pressante richiesta ai giornalisti italianiÈ un appello accorato nei confronti dell’Africa quello che lancia il religioso trentino che dalla sua valle di Non era approdato missionario in Kenya in quel di Korogocho, una delle baraccopoli che circondano la capitale Nairobi.
 

Come dire, è uno che l’Africa la conosce bene, lui che di Africa ha raccontato tanto perché lì, «alla scuola dei poveri», ha vissuto e patito insieme alla «sua» gente. Non l’Africa di chi vi giunge da turista con bel viaggio ben confezionato che ti fa vedere solo fino alla recinzione del resort, ma l’Africa della fame e della miseria, quella stessa miseria da cui fuggono in tanti con il sogno di raggiungere la nostra Europa (che poi li respinge). Così, forse dopo aver letto o sentito la classica ultima goccia, padre Alex ha preso carta e penna e ha deciso di scrivere ai comunicatori, a quanti hanno i mezzi e le parole per formare l’opinione pubblica. 

«Scusatemi se mi rivolgo a voi in questa torrida estate, ma è la crescente sofferenza dei più poveri ed emarginati che mi spinge a farlo. Per questo come missionario uso la penna (anch’io appartengo alla vostra categoria) per far sentire il loro grido, un grido che trova sempre meno spazio nei mass-media italiani», comincia così il suo scritto che trova una motivazione ben precisa: «Trovo infatti la maggior parte dei nostri media, sia cartacei che televisivi, così provinciali, così superficiali, così ben integrati nel mercato globale. So che i mass-media, purtroppo, sono nelle mani dei potenti gruppi economico-finanziari, per cui ognuno di voi ha ben poche possibilità di scrivere quello che vorrebbe». 
  
Ma non perde la speranza il comboniano: «Non vi chiedo atti eroici, ma solo di tentare di far passare ogni giorno qualche notizia per aiutare il popolo italiano a capire i drammi che tanti popoli stanno vivendo». Di qui l’appello ai giornalisti/e perché abbiano «il coraggio di rompere l’omertà del silenzio mediatico che grava soprattutto sull’Africa (sono poche purtroppo le eccezioni in questo campo!)».  

Segue una serie di denunce ben precise, a riprova di una profonda conoscenza degli eventi. «È inaccettabile per me il silenzio sulla drammatica situazione nel Sud Sudan (il più giovane stato dell’Africa) ingarbugliato in una paurosa guerra civile che ha già causato almeno trecentomila morti e milioni di persone in fuga. È inaccettabile il silenzio sul Sudan, retto da un regime dittatoriale in guerra contro il popolo sui monti del Kordofan, i Nuba, il popolo martire dell’Africa e contro le etnie del Darfur. È inaccettabile il silenzio sulla Somalia in guerra civile da oltre trent’anni con milioni di rifugiati interni ed esterni. 

«È inaccettabile il silenzio sull’Eritrea, retta da uno dei regimi più oppressivi al mondo, con centinaia di migliaia di giovani in fuga verso l’Europa.
 È inaccettabile il silenzio sul Centrafrica che continua ad essere dilaniato da una guerra civile che non sembra finire mai. È inaccettabile il silenzio sulla grave situazione della zona saheliana dal Ciad al Mali dove i potenti gruppi jihadisti potrebbero costituirsi in un nuovo Califfato dell’Africa nera. È inaccettabile il silenzio sulla situazione caotica in Libia dov’è in atto uno scontro di tutti contro tutti, causato da quella nostra maledetta guerra contro Gheddafi. È inaccettabile il silenzio su quanto avviene nel cuore dell’Africa, soprattutto in Congo, da dove arrivano i nostri minerali più preziosi. 

«È inaccettabile - prosegue padre Alex - il silenzio su trenta milioni di persone a rischio fame in Etiopia, Somalia, Sud Sudan, nord del Kenya e attorno al Lago Ciad, la peggior crisi alimentare degli ultimi 50 anni secondo l’Onu.
 È inaccettabile il silenzio sui cambiamenti climatici in Africa che rischia a fine secolo di avere tre quarti del suo territorio non abitabile. È inaccettabile il silenzio sulla vendita italiana di armi pesanti e leggere a questi Paesi che non fanno che incrementare guerre sempre più feroci da cui sono costretti a fuggire milioni di profughi. (Lo scorso anno l’Italia ha esportato armi per un valore di 14 miliardi di euro!)». 

Se non si conosce tutto questo – è la sua tesi – appare chiaro che la popolazione italiana (e forse anche gran parte di quella europea) non possa capire perché così tanta gente stia fuggendo dalle loro terre rischiando la propria vita per arrivare da noi. E si alimenta così quella che lui definisce la «paranoia dell’“invasione”, furbescamente alimentata anche da partiti xenofobi».  

E poi un giudizio che ha della profezia, se è vero che, come rilasciato nei giorni scorsi, l’Onu si aspetta già entro il 2050 circa cinquanta milioni di profughi climatici solo dall’Africa: «I disperati della storia nessuno li fermerà».  Aggiunge un affondo forse provocatorio che ha comunque il sapore di un pugno nello stomaco: «Davanti a tutto questo non possiamo rimane in silenzio (i nostri nipoti non diranno forse quello che noi oggi diciamo dei nazisti?). Non possiamo rimanere in silenzio davanti a un’altra Shoah che si sta svolgendo sotto i nostri occhi». In conclusione l’appello si fa preghiera e impegno: «Diamoci tutti/e da fare perché si rompa questo maledetto silenzio sull’Africa».  

Immediata è stata la risposta di Alberto Faustini, direttore del quotidiano “Trentino” che ha pubblicato l’appello con un breve commento a margine insieme all’offerta di collaborare insieme. «È vero: di Africa si parla troppo poco– scrive Faustini - Non è però una questione di libertà. Ti prego: non alimentare anche tu strani sospetti o, peggio, l'idea che vi siano complotti. Io e i miei colleghi continuiamo a poter scrivere ciò che vogliamo e il nostro editore di ieri, così come quello di oggi, considera sacra la nostra libertà. Anche di qui la pubblicazione di questo tuo appello. Cerchiamo poi di non essere mai superficiali o provinciali, anche se siamo fieramente locali, con uno sguardo attento su quello che accade fuori dalla porta di casa e con un'analoga attenzione a ciò che accade lontano da qui. Tu dici che dobbiamo darci tutti da fare e io ne sono convinto.  


«A te, grande conoscitore dell'Africa del dolore, della sopraffazione, della violenza e della povertà, per non dire di mille altri traffici, offro una pagina bianca sulla quale intervenire quando vuoi per parlarci dei temi che ti stanno a cuore. Ti chiedo anche di non generalizzare, però: né quando parli di noi, che ogni giorno cerchiamo di fare al meglio il nostro mestiere, né quando parli di chi saccheggia l'Africa tirando in ballo le nostre grandi imprese o le nostre banche. In quest'epoca, come scrivi proprio tu, caro padre Alex, in questo tuo accorato appello, abbiamo bisogno di tutto fuorché di superficialità. Aiutaci a capire, ad approfondire, anche a migliorare, non a fare di tutta l'erba un fascio. Solo così, insieme, potremo rompere un giorno il maledetto silenzio sull'Africa». 

Nessun commento:

Posta un commento