“ Chi , pur avendone la possibilità , si rifiuta di porgere una mano di aiuto a chi in quel momento ne ha realmente bisogno , crea ogni volta intorno a sé un vuoto , sempre più ampio e profondo. “
DOVERE CIVICO E
DOVERE UMANO
E' giusto intervenire attraverso lo
sgombero di giacigli e bivacchi di (s)fortuna , allestiti da persone povere, vagabonde , senza fissa dimora , in
luoghi pubblici , nelle strade , nelle piazze , sotto i portici della città, ma
è soprattutto doveroso , sotto l’aspetto civile , nonché umano , che chi
presiede alla amministrazione pubblica di una città , provveda ad offrire a
queste persone un posto dove dormire , al coperto , dove potersi lavare e
avere almeno un pasto caldo nei giorni d’inverno , anche tramite associazioni laiche o religiose.
Di ciò è il sindaco , con
assessori e giunta comunale , che a nome e per conto della collettività , della cittadinanza , se ne deve fare carico , evitando tutti quegli
interventi d’autorità che si limitino ad attuare i suddetti “sgomberi “ , senza
offrire a questi esseri umani la possibilità di una diversa , adeguata
, anche se provvisoria sistemazione .
Anche se giustamente è comprensibile che la gente che vive in un
contesto urbano non gradisca la presenza
di giacigli e bivacchi all’aperto , c’è da osservare però che sta diffondendosi , purtroppo , anche una
mentalità sempre più refrattaria , sino al rifiuto , ad accogliere persone erranti , vagabonde ,
specie se provengono da fuori del Paese , diverse per razza e costumi , anche
se si trovano in condizioni umane assai precarie e difficili , giustificando
tale comportamento con motivazioni che
hanno chiaramente natura soprattutto politica , in quanto non costituenti nel
numero delle persone stesse un reale e
grave pericolo o rischio economico e sociale per la popolazione , e che pertanto sono inaccettabili sotto il
profilo umano .
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