SOCIETA’ E
LAVORO
Sono da fare serie
considerazioni in merito alla visione
della realtà socio-politica che stiamo vivendo in Italia e forse anche oltre i
nostri confini . Le prospettive di Governo , puntate su promesse generalizzate
di occupazione e lavoro , come risolutive della crisi sociale che stiamo
vivendo e che peraltro non si esaurirà , si rivelano assolutamente e
drammaticamente inadeguate , se non proprio anacronistiche rispetto ad un
"Progetto " di società , di economia , di politica , che in atto è
tipicamente "capitalista ". E' una follia , e anche una intenzione
maldestra , mantenere ancora oggi l'illusione che il mondo , la società attuale
possa trovare il proprio futuro benessere attraverso l'occupazione massificata
del lavoro , intesa come fonte di produttività derivante dall'opera umana
individuale . Ormai sono e saranno sempre più le macchine , l'automazione
tecnologica , l'elettronica , la telematica , a determinare i fattori di
maggiore produzione di beni e di servizi, sostituendo l'opera dell'uomo .
Milioni e milioni di esseri umani si troveranno senza lavoro , inevitabilmente
. I grossi capitali saranno investiti sempre più e in quantità maggiore in tale
sistema di produzione industriale ,immettendo sui mercati internazionali beni ,
oggetti , sempre più sofisticati , e traendo dalla loro vendita profitti enormi
a vantaggio di quelli che si arricchiranno a dismisura ; guadagni dovuti in gran
parte dalla speculazione operata sui prezzi imposti sui beni e oggetti stessi
nei confronti del consumatore. Ma a questo punto , sorge la domanda : Cosa
accadrà se aumenterà progressivamente e drammaticamente la fascia sociale di
disoccupati , di persone povere , che non avranno possibilità economiche per
procurarsi quei beni e quegli oggetti immessi sul mercato ? E ai
costi decisi da chi vuole mantenere sempre alti i propri profitti ,
determinando così il fenomeno della stagnazione dei consumi e del commercio di
molti di quei beni e persino di quelli essenziali per sopravvivere , quindi una
reale depressione economica e sociale ? Potrà benissimo accadere che , con
l'aggravarsi della crisi , come è avvenuto nel passato , si solleveranno
sommosse popolari violente contro i governi , capitanate da individui senza
scrupoli che guideranno le masse verso la rivoluzione ,provocando conflitti
sanguinosi fra cittadini , e conseguentemente la necessità di ristabilire
ordine e istaurare regimi dittatoriali , con perdita di ogni libertà e diritti
democratici . Per evitare di giungere a simili catastrofiche conseguenze , vi è
soltanto una strada da percorrere . Dato che sarebbe inconcepibile e quasi impossibile
frenare il progresso in campo tecnologico ,diminuendo drasticamente la
produzione di beni , l'unico modo sarebbe quello di attuare una "politica
" sociale ed economica tale da consentire a quelle fasce di popolazione
rimaste più disagiate , di avere una disponibilità economica adeguata ,
attraverso la corresponsione di un reddito sufficiente a
garantire una vita dignitosa e quindi a ridiventare soggetti attivi nel mercato
. Questo potrà avvenire soltanto se sarà realizzata dal Governo una vera e
seria politica economica e fiscale di REDISTRIBUZIONE
della ricchezza nell'ambito delle fasce sociali , riducendo
drasticamente il " gap " fra le classi più ricche e quelle più
povere. Questa strada è l'unica possibile e anche più logica per far sì che
gran parte dell'umanità di oggi e chiaramente quella di domani non vada incontro
ad un destino di sofferenze sempre più gravi e ad essere sottomessa da poteri
sempre più forti , i quali per esercitare il loro dominio sugli Stati ,
utilizzeranno sempre più l’arma dell’indebitamento , quello pubblico nei confronti del Governo e
quello privato ,tramite le banche , nei confronti dei cittadini morosi .
Un reddito minimo garantito , invece , potrebbe rigenerare le possibilità di acquisizione di beni e di
servizi , riattivare un circuito
produttivo nel mercato della vendita di beni e nella erogazione di
servizi , e conseguentemente un aumento
delle possibilità di ampliamento , di ristrutturazione , di attività
commerciali e del terziario . Attività che potranno avere pertanto maggiori
occasioni e più favorevoli ai fini di
offrire occupazione e lavoro nei confronti di quanti ne siano stati privati , ricostruendo,
dalle lacerazioni della crisi economica globale , un tessuto connettivo sociale
in grado di difendersi dalle speculazioni finanziarie e di riprendere consapevolezza delle proprie
potenzialità da riversare su una sana economia reale.
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