lunedì 2 gennaio 2017

SOCIETA' E LAVORO




    SOCIETA’  E  LAVORO                                                                                                 

Sono da fare serie considerazioni  in merito alla visione della realtà socio-politica che stiamo vivendo in Italia e forse anche oltre i nostri confini . Le prospettive di Governo , puntate su promesse generalizzate di occupazione e lavoro , come risolutive della crisi sociale che stiamo vivendo e che peraltro non si esaurirà , si rivelano assolutamente e drammaticamente inadeguate , se non proprio anacronistiche rispetto ad un "Progetto " di società , di economia , di politica , che in atto è tipicamente "capitalista ". E' una follia , e anche una intenzione maldestra , mantenere ancora oggi l'illusione che il mondo , la società attuale possa trovare il proprio futuro benessere attraverso l'occupazione massificata del lavoro , intesa come fonte di produttività derivante dall'opera umana individuale . Ormai sono e saranno sempre più le macchine , l'automazione tecnologica , l'elettronica , la telematica , a determinare i fattori di maggiore produzione di beni e di servizi, sostituendo l'opera dell'uomo . Milioni e milioni di esseri umani si troveranno senza lavoro , inevitabilmente . I grossi capitali saranno investiti sempre più e in quantità maggiore in tale sistema di produzione industriale ,immettendo sui mercati internazionali beni , oggetti , sempre più sofisticati , e traendo dalla loro vendita profitti enormi a vantaggio di quelli che si arricchiranno a dismisura ; guadagni dovuti in gran parte dalla speculazione operata sui prezzi imposti sui beni e oggetti stessi nei confronti del consumatore. Ma a questo punto , sorge la domanda : Cosa accadrà se aumenterà progressivamente e drammaticamente la fascia sociale di disoccupati , di persone povere , che non avranno possibilità economiche per procurarsi quei beni e quegli oggetti immessi sul mercato ?  E  ai costi decisi da chi vuole mantenere sempre alti i propri profitti , determinando così il fenomeno della stagnazione dei consumi e del commercio di molti di quei beni e persino di quelli essenziali per sopravvivere , quindi una reale depressione economica e sociale ? Potrà benissimo accadere che , con l'aggravarsi della crisi , come è avvenuto nel passato , si solleveranno sommosse popolari violente contro i governi , capitanate da individui senza scrupoli che guideranno le masse verso la rivoluzione ,provocando conflitti sanguinosi fra cittadini , e conseguentemente la necessità di ristabilire ordine e istaurare regimi dittatoriali , con perdita di ogni libertà e diritti democratici . Per evitare di giungere a simili catastrofiche conseguenze , vi è soltanto una strada da percorrere . Dato che sarebbe inconcepibile e quasi impossibile frenare il progresso in campo tecnologico ,diminuendo drasticamente la produzione di beni , l'unico modo sarebbe quello di attuare una "politica " sociale ed economica tale da consentire a quelle fasce di popolazione rimaste più disagiate , di avere una disponibilità economica adeguata , attraverso la corresponsione di un reddito sufficiente a garantire una vita dignitosa e quindi a ridiventare soggetti attivi nel mercato . Questo potrà avvenire soltanto se sarà realizzata dal Governo una vera e seria politica economica e fiscale di REDISTRIBUZIONE della ricchezza nell'ambito delle fasce sociali , riducendo drasticamente il " gap " fra le classi più ricche e quelle più povere. Questa strada è l'unica possibile e anche più logica per far sì che gran parte dell'umanità di oggi e chiaramente quella di domani non vada incontro ad un destino di sofferenze sempre più gravi e ad essere sottomessa da poteri sempre più forti , i quali per esercitare il loro dominio sugli Stati , utilizzeranno sempre più l’arma dell’indebitamento  , quello pubblico nei confronti del Governo e quello privato ,tramite le banche , nei confronti  dei cittadini morosi .


Un reddito minimo garantito , invece ,   potrebbe rigenerare  le possibilità di acquisizione di beni e di servizi , riattivare un circuito  produttivo nel mercato della vendita di beni e nella erogazione di servizi , e conseguentemente un aumento  delle possibilità di ampliamento , di ristrutturazione , di attività commerciali e del terziario . Attività che potranno avere pertanto maggiori occasioni  e più favorevoli ai fini di offrire  occupazione e  lavoro nei confronti di  quanti ne siano stati privati , ricostruendo, dalle lacerazioni della crisi economica globale , un tessuto connettivo sociale in grado di difendersi dalle speculazioni finanziarie  e di riprendere consapevolezza delle proprie potenzialità da riversare su una sana economia reale.

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