RIFLESSIONE SUL
“ NATALE “
DEGLI “ EMARGINATI
“
Chi sente
realmente e sinceramente
nel cuore le
parole di Cristo e
voglia adoperarsi in
aiuto e sostegno
nei confronti di chi è emarginato ,
povero , o malato , o
vittima di qualche violenza ,
non può limitarsi
a farlo soltanto in
occasione del “ Natale “ .
Nel periodo
natalizio diventiamo tutti “ buoni
“ , affabili , sensibili , pronti a commuoverci
nel sentire le
dolci note dedicate
alla nascita del “ bambinello
“ ,
nello scambiarci gli auguri , nell’offrire qualche soldo di
elemosina oppure un capo
di abbigliamento usato , ma ancora in buono stato, qualche
prodotto alimentare alle
preposte associazioni di
volontariato . Tutto ciò è giusto
e soprattutto naturale
che ciò avvenga
in tali occasioni .
Ma dopo ? …….Finite le
feste , tutto ritorna nella cosiddetta “ normalità “ . Se
ne riparlerà al
prossimo Natale ?
Per chi
ha veramente fede ,
sa perfettamente che
Gesù Cristo non ha inteso così
un comportamento da
cristiano . Egli ha
voluto dare il
suo “messaggio “ di
pace e di
fratellanza , all’umanità
, con il fine di indurre
ogni essere umano
ad agire e comportarsi
verso il proprio
prossimo operando sempre , in
qualsiasi momento della propria vita , nel
bene e nel giusto , specie nei
confronti dei più
bisognosi , e certamente
non solo attraverso sporadiche
opere di solidarietà
e di generosità “ racchiuse “ in eventi di
festività particolari .
Operare nel bene
e nel giusto
, specie
nei confronti di chi ha
più bisogno , nei limiti delle
proprie possibilità materiali ed
umane , ma soprattutto con
esempi reali di vita
personale , in
rapporti umani e
sociali caratterizzati da sentimenti
e
opere di pace , di
fratellanza , di solidarietà , di onestà
e di rispetto della altrui dignità , senza distinzione
di razza e di condizione sociale .
Ciò significa
saper vivere da veri e
degni esseri umani , cristiani , e fra tutti gli altri esseri umani .
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