LA MORTE DI
UN GOVERNO “ POPULISTA “
Domenica ,
27 maggio 2018 , si è verificata la morte
per “ aborto” , non spontaneo ,
bensì provocato , del neo- “ governo del popolo “ , generato dall’unione
fra M5S e Lega.
Un governo
che dal 4 marzo 2018 , era in
gestazione e in via di completamento , con un già nominato
presidente del consiglio nella persona
del prof.Giuseppe Conte , e
indicati dallo stesso Conte tutti i
ministri , ivi compreso quello dell’economia
nella persona del prof. Paolo Savona .
Paolo Savona , un economista di fama internazionale , non accettato dal Presidente della
Repubblica Sergio Mattarella in quanto non gradito dallo establishment
europeo
per le sue posizioni e idee critiche
riguardo la politica monetaria e finanziaria esercitata con la moneta unica euro , appunto , dall’Europa e nella fattispecie
dalla Germania , la cui politica è
stata e continua ad essere nel mantenere la propria posizione
dominante rispetto agli altri Paesi
europei .
A questo punto , c’è da chiedersi realmente
“
Cui prodest ? “ . Il non aver fatto nascere il “ governo del popolo “ , delle
cosiddette forze politiche “populiste”
, è senz’altro giovato a troppi .
Soprattutto è giovato a quei cosiddetti “
poteri forti “ , rappresentati da gruppi finanziari ( il gruppo Bilderberg
e & ) che temono l’avvento di qualche
governo fra i Paesi europei , come è avvenuto in Italia, le cui posizioni siano di critica e di
contrasto nei confronti di una politica
finanziaria europea accentratrice , ritenuta di natura autarchica
, e ostativa rispetto ad un tipo di economia reale necessaria
allo sviluppo sociale di una nazione . Situazioni che possono determinare grave crisi nell’intero sistema
bancario a livello europeo , con instabilità e rischi sul mantenimento dell’euro nei rapporti con il sistema monetario mondiale e conseguenti rischi di perdita di enormi interessi economici
in danno di quanti detengono il potere
di controllo e di gestione delle finanze dell’unione europea .
E’ giovato alle forze politiche di opposizione
( PD e altre ) , specie nei confronti del M5S , che ha ottenuto il 32 % dei
consensi elettorali , ma che adesso ,
purtroppo , viene a trovarsi in una
situazione di svantaggio , posto che nelle prossime e inevitabili elezioni (
ottobre 2018 ? ) , dopo la altrettanto inevitabile sfiducia parlamentare nei
confronti del “governo del presidente “
, presieduto da Carlo Cottarelli ,
il partito della Lega di Salvini , già in evidente ascesa nei sondaggi ,
giungerà ad una posizione di netto vantaggio , tale da essere in grado di far
nascere ( con la stessa legge elettorale ) un governo di coalizione di
centro-destra ( Lega , FI e FdI ),
questa volta molto più forte , senza
aver bisogno dei voti
del M5S , che molto probabilmente
, registrando una consistente perdita e
un travaso di voti verso la Lega , potrebbe trovarsi ad andare all’opposizione , come forza politica alternativa , di centro sinistra , inglobando già
iscritti a partiti di sinistra ( L e U ) e
di un PD renziano , destinato a scindersi .
Chiaramente
, allora , lo scenario cambierà sostanzialmente a favore
di un nuovo “ sistema politico “
, appunto di centro destra , più deciso a tutelare interessi economici
nazionali rispetto all’Europa e un mondo della produzione e del lavoro che
negli anni si è sviluppato e
radicalizzato nel nord Italia . Ciò determinerà una linea politica ed
economica non disposta a spendere
elevate risorse economiche e finanziarie
in forma assistenzialistica a favore
di regioni di un meridione d’
Italia , già in condizioni di difficoltà , sia
economica , sia sociale e
che pertanto dovrà continuare a
sopravvivere di affari e intrecci sempre più opachi e clientelari , e arrendersi a situazioni
di arretratezza e ad un inarrestabile
fenomeno di emigrazione di giovani verso il nord Italia e oltre.
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