La tragedia del
crollo del ponte di Genova ( 14 agosto 2018 )
https://www.facebook.com/fanpage.it/videos/408140119712361/UzpfSTEwMDAxMjYxNzY3NDMwMTo1MTg2MTEzNDE5MDI3ODQ/?notif_id=1534445080666400¬if_t=story_reshare
Lo scandalo
delle autostrade italiane
: https://www.facebook.com/Governoa5stelle/videos/456137731550334/
Ponti e viadotti crollati o a
rischio di crollo
https://www.rainews.it/tgr/sicilia/video/2018/08/sic-viadotto-morandi-agrigento-a19-petrulla-scorciavacche-himera-cf2a8f81-16b6-4f06-b1ed-52739fd6a0fa.html
IL PONTE MORANDI DI GENOVA ( prima e dopo il crollo )
IL PONTE MORANDI DI GENOVA ( prima e dopo il crollo )
La tragedia del crollo del ponte di Genova ( Ponte Morandi ), come di tante altre tragedie accadute in Italia , ha solo una matrice : incuria e speculazione . Se ingegneri e architetti molto prestigiosi dichiarano che tali strutture architettoniche ( i ponti ) sono costruite per durare anche e ben oltre 50 anni e per pesi e sollecitazioni di gran lunga superiori alle più elevate sollecitazioni ipotizzabili nel futuro , allora il fatto che talune parti della struttura abbiano ceduto improvvisamente e senza aver dato presegnali evidenti , significa indubbiamente che la corrosione progressiva avveniva all'interno delle strutture stesse e che pertanto tale processo corrosivo poteva e doveva essere intercettato da strumenti tecnologicamente sofisticati , da sensori ad alto livello di sensibilità e che soprattutto , tali controlli avrebbero dovuto essere eseguiti " quotidianamente " , essendo il ponte di Genova una opera ardita , come quella del ponte di Brooklyn ( ponte che invece viene controllato in continuazione , a cantiere sempre aperto ).
In definitiva , in
Italia si parla ogni volta e con troppa
facilità e direi con spregiudicatezza e
senza vergogna , di "tragedie annunciate
" , così offendendo tutte le centinaia di vittime , fra morti , feriti
e famiglie distrutte , delle tragedie accadute per gravi colpe dell'uomo , e
che purtroppo spesso restano senza individuazione dei veri e reali colpevoli
oppure con colpevoli puniti in modo inadeguato rispetto ai danni provocati e
con pene non eseguite .
Per questo motivo il popolo italiano , i cittadini italiani ,
dovrebbero mettere sotto accusa
, denunciando alle magistrature competenti , anche a livello internazionale , i soggetti , pubblici e privati , investiti
di responsabilità, e richiedere
relativi adeguati risarcimenti , per danni materiali e morali , a carico
delle imprese costruttrici , nonché di tutti
quei governi , con i rispettivi personaggi politici e funzionari e dirigenti degli apparati tecnici e amministrativi dello Stato , che si sono avvicendati , nel tempo , nelle responsabilità istituzionali , sia
sotto il profilo della gestione degli
appalti , sia sotto il profilo dei controlli
, che dovevano essere "
responsabilmente esercitati con cura e
dovizia " su tutte quelle opere pubbliche ,
appaltate ed eseguite da imprese private e sugli investimenti economici di
manutenzione attribuiti per contratto alle imprese stesse ; opere che nel
passato , come nel presente , hanno subito crolli , cedimenti strutturali , provocando
morti ,feriti , danni enormi , per incuria , per mancati o insufficienti
interventi di manutenzione o per esecuzione di lavori mal fatti o con materiali scadenti.
Lo strano crollo del
ponte di Genova e le
responsabilità politiche.
Nel caso del crollo del ponte Morandi di Genova , appare molto strano che a causa del
distacco di un solo “strallo “ del ponte
, tutta la struttura al completo , composta dall’ intero pezzo di campata ,
sostenuta dai restanti tre stralli e dal
pilone di base , tali strutture siano potute crollare di colpo e tutte insieme ,
in pochi secondi , senza che gli altri
tre stralli , ancora intatti , siano stati in grado di trattenere ,
anche in pendenza , per un tempo certamente superiore a pochi
secondi , quanto meno una parte della
campata stessa , ancora sostenuta dal pilone di base , molto robusto .
Altrimenti , il crollo sarebbe stato
cagionato da un contemporaneo distacco
anche dei restanti stralli , in quanto anch’essi in condizioni di avanzata
usura e corrosione . Fattore di responsabilità per incuria e negligenza ancora più grave.
Apparentemente sembra esclusa
l’ ipotesi di cedimento del pilone di base , che
abbia determinato lo strappo
istantaneo di tutti e quattro gli stralli di quella parte
del ponte , trascinando al suolo tutta la struttura , e che se fosse avvenuto ,
la causa non potrebbe che essere stata
quella di una esplosione deflagrante nel corpo del pilone , in assenza di
movimenti tellurici oppure di fenomeni alluvionali di grande gravità ,
non presenti in quel momento .
Tutto ciò dovrà essere accertato dalla magistratura
competente , anche sulla base di rilievi tecnici appropriati e di
registrazioni video , sicuramente
contenute e custodite nelle apparecchiature e sistemi di controllo
previsti riguardo ad opere architettoniche
pubbliche importanti , come appunto il ponte di Genova. Comunque
, sono molti i punti da chiarire !
Il fatto che nonostante le palesi e
gravissime carenze e inadempienze commesse dalla Società autostrade in ordine
alla manutenzione e controllo delle parti strutturali del ponte Morandi di
Genova , ciò non possa determinare tout court
la rescissione del contratto di concessione da parte del Governo rispetto alla data di
scadenza nelle condizioni contrattuali ,
a meno che , stranamente e nonostante le gravi inadempienze della Società
, debba essere pagata una “penale “ a carico dello Stato , anziché a carico della Società , fa
emergere , in tutta la sua chiara ed evidente “ complicità politica “ ,
che il contratto di concessione
sottoscritto dal Governo
protempore è stato stipulato con la predetta
Società , volutamente viziato da una
clausola “ capestro “ , in danno dei cittadini italiani .
Per tali motivi , adesso , da parte del Governo il contratto
con la predetta Società autostrade , “dovrebbe
essere revocato o quanto meno
riveduto e corretto “, secondo criteri
oggettivi e conformi ai più normali principi
giuridici ed economici , che attengono alle responsabilità dei
contraenti , in specie riguardo alle opere pubbliche e alla sicurezza dei cittadini.
Dieci i ponti crollati in 5 anni:
in calo
la manutenzione e gli investimenti
la manutenzione e gli investimenti
Solo dal 2013 ad oggi è lunga la scia degli incidenti,
quasi sempre mortali: le strutture sono vecchie, il calcestruzzo è corroso e i
fondi stanziati sono esigui rispetto ai ricavi
Una lunga
scia di crolli e di morti. È quella che caratterizza la storia recente dei
ponti stradali e autostradali italiani. Solo negli ultimi 5 anni, cioé dal
2013, i casi di ponti crollati in Italia sono stati ben 10. Qual è la causa di
questi continui crolli? La mancanza di investimenti nella sostituzione di
strutture ormai obsolete e di una manutenzione adeguata. Il Ponte Morandi, che
fin da subito presentava diversi aspetti problematici, aveva ben 51 anni. In
questa e molte altre realtà c’è poi il problema dei materiali: il cemento
armato, o meglio, il calcestruzzo armato. Un materiale inventato nell’800 e di
cui non si conosce l’effettiva durata. Sono trascorsi troppi pochi decenni per
stabilire se sia un materiale valido o “eterno“, come si riteneva in passato: a
quanto pare, non è così. Molti ponti «moderni» sono costruiti in calcestruzzo
armato, una miscela di cemento, acqua, sabbia e ghiaia che viene appunto
«armata» con sbarre di ferro e acciaio. Ma questi materiali sono oggetto di
usura e sono facilmente indeboliti dall’azione dell’acqua nei punti più deboli.
Senza contare un’aggravante da non sottovalutare: in Italia vige una lunga
tradizione di lavori «al risparmio» in termini di tempo e denaro. E a
differenza di Paesi come la Svizzera dove una struttura che ha un certo numero
di decenni viene abbattuta e ricostruita prima che crolli, in Italia prevale la
logica della «conservazione», anche se si tratta di infrastrutture e non di
monumenti storici.
I soldi spesi nella sicurezza
C’è poi il
problema degli investimenti e della manutenzione. Come già evidenziava
un’inchiesta del Corriere della Sera («Perché le autostrade italiane sono le
più care d’Europa» di Milena Gabanelli e Ferruccio Pinotti, 11 giugno 2018)
nonostante gli enormi ricavi delle società di gestione delle concessioni
autostradali (7 miliardi di euro: l’83% dei ricavi arriva dai pedaggi), il
valore degli investimenti complessivi è sceso del 23,9% e anche la spesa per le
manutenzioni è calata del 7,5% (dati 2016 su 2015, ultimi disponibili). Il nodo
è che il sistema è caratterizzato da un duopolio che opera senza gare europee e
al di fuori della concorrenza prevista dalle direttive comunitarie.
Quasi il 70% della gestione dei circa 7.000 km
di autostrade se lo spartiscono da anni due gruppi: si tratta del Gruppo Atlantia
(Benetton), che controlla Autostrade per l’Italia e che gestisce oltre 3.000
chilometri, e del Gruppo Gavio, che gestisce oltre 1.200 chilometri.
Insieme coprono i tre quarti circa del
mercato. Gli altri 1.650 chilometri sono gestiti da società controllate da enti
pubblici locali e da alcuni concessionari minori. Il Ponte Morandi fa parte di uno dei tratti gestiti da Autostrade per
l’Italia (Atlantia, gruppo Benetton), che infatti ha accusato una pesante
perdita in Borsa. La società ha dichiarato: «Sulla struttura erano in corso
lavori di consolidamento della soletta del viadotto ed era stato installato un
carro-ponte per consentire lo svolgimento delle attività di manutenzione. I
lavori e lo stato del viadotto erano sottoposti a costante attività di
osservazione e vigilanza da parte della Direzione di Tronco di Genova. Le cause
del crollo saranno oggetto di approfondita analisi non appena sarà possibile
accedere in sicurezza ai luoghi». Ma al di là del singolo episodio restano, i
problemi strutturali.
I precedenti crolli
6 agosto
2018. A seguito
dell’esplosione di un’autocisterna di Gpl, crolla il viadotto-ponte
dell’autostrada del raccordo di Casalecchio A1-A14. Un morto e 145 feriti.
9 marzo
2017. Il crollo
del cavalcavia sull’A14 fra Loreto e Ancona provoca due morti e due feriti,
coinvolgendo le automobili sottostanti.
18 aprile
2017. Crolla un
viadotto della tangenziale di Fossano, in provincia di Cuneo. La struttura era
stata realizzata negli anni Novanta e inaugurata nel 2000. Solo per un caso non
ci sono state vittime: sopra non stava passando nessuno.
23 gennaio
2017. Crolla un
ponte in Calabria, il Fiumara Allaro, fortunatamente non c’è nessuna vittima.
28 ottobre
2016. Crolla il
cavalcavia di Annone, in provincia di Lecco, che passa sopra la “Valassina”, la
SS 36 che collega Milano all’alta Brianza. Il ponte cede a causa del passaggio
di un tir da oltre 108 tonnellate che trasporta bobine di acciaio: schiaccia
l’Audi di Claudio Bertini, 68 anni, che perde la vita.
10 aprile
2015. A causa di
una frana provocata dal maltempo, crolla un pilone del viadotto Himera
sull’Autostrada A19 Palermo-Catania. Non vi furono feriti.
25 dicembre
2014. Cede il
viadotto Scorciavacche sulla statale Palermo-Agrigento. Era stato inaugurato il
23 dicembre. Questo incidente non ha coinvolto automezzi e non ha causato danni
alle persone.
7 luglio
2014 . Crolla un
tratto del viadotto Petrulla, sulla strada statale 626 tra Ravanusa e Licata,
in provincia di Agrigento. Quattro persone, tra le quali una donna incinta,
rimangono lievemente ferite.
18 novembre
2013. In
Sardegna si abbatte una forte alluvione che provoca il crollo di un ponte sulla
strada provinciale Oliena-Dorgali. Un agente di polizia muore e tre suoi
colleghi restano feriti.
22 ottobre
2013. A causa di
un nubifragio, nella notte tra il crolla il ponte a Carasco, in Liguria, sul
torrente Strula. Le vittime sono due.
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