PRIVATIZZARE O
NAZIONALIZZARE
In un Paese
, come l’Italia, dove i termini “ responsabilità” , “ cura “ , “ dovizia “ “ onestà “ , per quanto riguarda la gestione del denaro pubblico , e delle opere pubbliche ,
appaiono spesso “ chimere “
, traguardi irraggiungibili , il
cui posto viene occupato da speculazioni , da sistemi corruttivi , da illecite
complicità .
Il fatto che nonostante le palesi e
gravissime carenze e inadempienze commesse dalla Società autostrade in ordine
alla manutenzione e controllo delle parti strutturali del ponte Morandi di
Genova , ciò non possa determinare tout court la rescissione del contratto di concessione da parte del Governo rispetto alla data di
scadenza nelle condizioni contrattuali ,
a meno che , stranamente e nonostante le gravi inadempienze della Società
, debba essere pagata una “penale “ a carico dello Stato , anziché a carico della Società , fa
emergere , in tutta la sua chiara ed evidente “ complicità politica “ ,
che il contratto di concessione
sottoscritto dal Governo
protempore è stato stipulato con la
predetta Società , volutamente viziato da una clausola “ capestro “ , in danno dei cittadini italiani .
Per tali motivi , adesso , da parte del Governo il contratto
con la predetta Società autostrade , “dovrebbe
essere revocato o quanto meno riveduto
e corretto “, secondo criteri
oggettivi e conformi ai più normali principi
giuridici ed economici , che attengono alle responsabilità dei
contraenti , in specie riguardo alle opere pubbliche e alla sicurezza dei cittadini.
Le condizioni contrattuali dovrebbero
essere quelle di utilizzare le capacità e potenzialità delle imprese private a
condizione che le attività delle medesime siano sottoposte a seri ,
scrupolosi controlli da parte di una apposita “ autority istituzionale “, utilizzando funzionari e
tecnici pubblici capaci . Sarebbe anche possibile prevedere e decidere che lo
Stato abbia una posizione azionaria di maggioranza , con partecipazione di
propri capitali ( es. Cassa Depositi e Prestiti ) nel C.d.A. dell’impresa.
La “ privatizzazione “ sulla
manutenzione e riparazione di
opere e strutture pubbliche dovrebbe , infatti , comportare necessariamente e doverosamente che lo Stato , attraverso i suoi organi ,
vigili , controlli , in modo puntuale e
sistematico con cura e dovizia da parte dei responsabili politici e
amministrativi , sulla
regolarità di ogni attività di
intervento svolta dalle imprese private concessionarie e nel rispetto delle
condizioni stabilite nel contratto della
concessione e , in caso di anomalie , intervenga tempestivamente non solo per
la sicurezza e stabilità delle
strutture , ma anche per evitare che
abusi di natura economica provochino
danni alle risorse pubbliche e soprattutto conseguenze nocive per la
sicurezza delle persone..
La “ privatizzazione “ consente
di evitare che lo Stato non
solo assuma troppo pesanti oneri economici e finanziari ,
ma anche la disponibilità di personale capace di svolgere incarichi
professionali di elevata qualità, attraverso la concessione ad
imprese private , incaricate del
compito della manutenzione e riparazione
su opere pubbliche , ponendo a carico delle stesse i relativi costi , ma
consentendo loro di poter introitare , attraverso opportuni pedaggi , somme di
denaro adeguate al fine di ammortizzare le spese per gli interventi eseguiti e
di poter trarre legittimamente i congrui utili economici per l’impresa .
Invece ,
voler “ nazionalizzare “ tutte le
opere pubbliche ( ponti , strade , viadotti, edifici pubblici, fiumi, torrenti
, etc..), sia sotto l’aspetto della costruzione di parti strutturali , sia
sotto l’aspetto della loro manutenzione e riparazione , significherebbe dover richiedere e porre a carico degli enti e apparati dello Stato tutti i relativi oneri economici e finanziari
, purtroppo in situazioni difficili per il bilancio statale
e del debito pubblico, nonché
le capacità e le competenze professionali adeguate , oltre alla disponibilità di
apparecchiature fra le più avanzate tecnologicamente , al fine di poter assicurare la maggiore efficienza possibile e conseguentemente la sicurezza e stabilità
delle opere stesse.
Sarebbe la realizzazione di un vero
sogno il poter avere la nazionalizzazione di tutte le opere pubbliche , con il controllo
diretto dello Stato e intervento di
personale tecnico professionale statale
, come avviene in avanzati e moderni altri Paesi , ma per poter realizzare ciò
, allo stato delle cose in Italia , i
conseguenti e cospicui impegni di spesa dovrebbero risultare compatibili con i vincoli di
bilancio assunti a livello europeo , o
quanto meno gli accordi fra Governo e
gli Stati europei dovrebbero
riuscire più elastici e tali da consentire di non far gravare ulteriormente sul debito pubblico tutti quegli interventi di spesa rivolti alla
costruzione , manutenzione , riparazione , di importanti opere pubbliche nazionali e infrastrutture necessarie alla
salvaguardia del territorio .
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