MISURE FISCALI
ED EQUITA’ SOCIALE
In Italia ,
invece di ricorrere a misure fiscali , rivolte ad applicare semplici “ tagli “ sui redditi molto alti , incorrendo a
possibili ricorsi di incostituzionalità , il Governo dovrebbe attuare ciò
che prevede la nostra Costituzione (
art. 53 ), attraverso una seria e “
generale riforma del sistema fiscale “ , di revisione delle aliquote fiscali ,
la quale preveda una effettiva e
incisiva proporzionalità delle
aliquote fiscali sulla base della quantificazione dei redditi .
Nella specie , dovrebbero essere applicate aliquote
opportunamente alte nei confronti dei redditi più alti e delle rendite più elevate , in misura tale che tali redditi e rendite rimangano , nel loro importo netto , al di sotto
di un determinato e prefissato tetto massimo , stabilito dal Governo
, e , inoltre , che tale
sistema consenta di poter
applicare aliquote fiscali più basse possibili nei confronti
dei redditi medio bassi
e delle piccole e medie imprese ed
esenzioni dalle imposte nei confronti
dei casi di situazioni in gravi
difficoltà economiche .
Tali
provvedimenti di natura fiscale
verrebbero , in tal modo , a sostituire
l’applicazione della “ Flat tax “
, ottenendo gli stessi risultati
, cioè di agevolare le piccole e medie imprese e le attività produttive
di reddito e quindi a favorire la crescita economica ; ma soprattutto evitando opposizioni o
posizioni discordi da parte della Commissione Europea , essendo , queste misure , tali da non
gravare sul debito pubblico , essendo esse il risultato di un
calcolo matematico , che prevede un
bilanciamento fra la diminuzione delle entrate fiscali , determinate
dall’abbassamento di talune aliquote , e l’aumento di entrate fiscali ,
determinato dall’innalzamento delle aliquote
nei confronti degli alti redditi.
Infine , al fine di risolvere una situazione
di “ impasse “ , fra Stato
( debitore ) ed imprese ( creditrici ) ,
potrebbe essere adottato un sistema “ compensativo “ , che dia la possibilità a coloro che avanzano crediti dallo Stato ,
di compensare tali crediti attraverso il “
non pagamento “ di imposte o
tasse , anche locali , verso l’Erario dello Stato , non
solo passate o presenti , ma anche future , naturalmente sino ad avvenuta
completa compensazione.
IL " MOSTRO " E' IL "
SISTEMA FINANZIARIO INTERNAZIONALE " basato su speculazioni finanziarie agganciate ad un
automatismo perverso di interessi monetari ,di tipo usuraio , che
progressivamente schiacciano e stritolano qualsiasi tentativo di crescita
economica dei Paesi , sul presupposto che nessuna riserva monetaria non può
essere impiegata da questi Paesi , in investimenti strutturali e servizi
sociali , se non per frenare la crescita degli interessi di un debito pubblico , che da parte dei
Paesi coinvolti non potrà mai essere
abbattuto e che per tale motivo continuerà a mantenere in uno stato di perenne " schiavitù " non solo
" finanziaria " , ma purtroppo anche reale , sotto il profilo
sociale ed economico , i Paesi che ne sono sottoposti , senza possibilità di
uscita e di liberazione dal "mostro
" finanziario , creato , gestito , controllato , da pochi gruppi
detentori di enormi capitali e società multinazionali e di rating a livello
mondiale, se non attraverso uno “
sganciamento “ , però praticamente
impraticabile , dai controlli e
interventi del potere finanziario internazionale .
Comunque , se non altro , ove non sia
possibile ottenere una riforma dei vincoli
imposti nell’euro-zona , troppo restrittivi rispetto al rapporto
deficit/pil , ogni Paese , per non
rimanere sempre più schiacciato da fenomeni di recessione, sarebbe costretto , anche se in modo illegale rispetto
alle norme europee, a ritornare a
stampare autonomamente una propria
moneta nazionale , per tornare ad avere una certa autonomia in una economia
reale del mercato interno e incentivi alla produzione di beni e servizi.
Una “ ITALIAEXIT “ che , però , porrebbe in serio pericolo la
sicurezza e la stabilità di tutto il sistema socio-economico-finanziario e
anche politico del nostro Paese , già in gravi difficoltà per l’elevato debito
pubblico e non dotato di risorse patrimoniali pubbliche sufficienti e pertanto a
rischio della tenuta e protezione di
quella ricchezza costituita dal patrimonio privato , in atto abbastanza
elevato , che potrebbe essere costretto a subire prelievi forzosi per tentare di evitare il “ tracollo “ del bilancio pubblico , come conseguenza della
esecuzione della procedura di infrazione e della pretesa di rispetto
degli impegni assunti dall'Italia nei confronti della Euro-zona , nonché
degli effetti speculativi
sull’elevatissimo debito pubblico , prodotti dagli inevitabili attacchi ( SPREAD ) dei mercati finanziari
internazionali e delle agenzie di
rating.
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