LA MENTE - Il pensiero , libertà o prigione
?
Quante volte
noi ci sentiamo “imprigionati “ nella
gabbia dei nostri pensieri ? Pensieri
che ci perseguitano , dei quali vorremmo liberarci , ma di cui non possiamo ,
non ne siamo capaci .
La nostra mente è sì una fonte inesauribile di idee , di speranze , ma spesso di
illusioni di libertà , e soprattutto di una presunta autonomia che , però , in effetti è difficoltosa , quasi inesistente .
Perché essa , la nostra mente , purtroppo costringe
la “volontà “ di essere liberi verso percorsi già delineati , già
“strutturati” e già costruiti , le cui
tracce indelebili , ben conservate nella
mente , rivelano inesorabilmente che i nostri pensieri , per quanto liberi ,
sono sempre costretti , prima o poi , a
tenerne conto , ad affrontarle e spesso
a seguirle.
La nostra mente trascina il peso di tutto quel
bagaglio di esperienze cognitive , emotive , psicologiche e fisiche , che configurano e si identificano con la nostra
“coscienza “ e che caratterizzano la nostra esistenza , la
nostra vita quotidiana , i nostri rapporti con gli altri , e con le stesse cose
fisiche , secondo scenari che spesso generano ansie e sofferenze .
In una sorta
di conflitto , nel quale ,
fortunatamente , la forza della volontà , della speranza nel divenire , a volte ha il sopravvento ,
traendo energie straordinarie dalla
capacità della fantasia , della immaginazione
, del sogno , che sono l’unica via d’uscita
verso la “libertà “.
Tutti noi
siamo continuamente e sempre costretti a vivere delle emozioni nel momento presente
, nelle nostre gioie e dolori dei ricordi e nei rimpianti del passato , e anche
a vivere del futuro , con le nostre ansie e le nostre speranze nel domani .
Riuscire a
vivere di una vera e reale " pace
" , è come vivere in assenza di emozioni e ciò non è un fenomeno umano
, nè di vita .
In pratica ,
è come stare in una situazione di “stasi “ , solo identificabile alla morte.
Se voler “ essere in pace “, non significa
soltanto esserlo con la propria “coscienza
“ , bensì significa “ fuggire “ dalle
emozioni , allontanarsi da tutto e da
chiunque possa procurare motivo di turbamenti emotivi , evitare di trovarsi con persone o in
situazioni sgradevoli , chiudendosi e
respingendo i disagi provenienti dal mondo esterno , estraniandosi ed evitando
il confronto , dialettico , fisico , che a volte può diventare anche aspro e
contradditorio , con gli altri , allora
il voler “ vivere in pace “ significherebbe il voler vivere una vita “
innaturale “ , astratta , senza né forma , né colore , piatta e fredda ,
ridotta ad una “ contemplazione “ di
se stessa in un tempo immutabile e quindi irreale.
Vuol dire , rinunciare al coraggio di vivere.
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